i cetacei di Ischia
La stagione turistica è terminata. Partiti gli ultimi autobus turistici e salpate le imbarcazioni da diporto, gli abitanti delle isole flegree e pontine ritornano ad appropriarsi dei loro spazi.
Gli abitanti di cui parliamo non sono gli uomini – che pure tornano alla vita di sempre, semplice e dal tipico ritmo rilassato delle isole d’inverno – ma gli abitanti del territorio sommerso compreso tra le isole di Ischia, Procida e Ventotene: i Cetacei.
La “bassa stagione” è infatti il periodo migliore per avvistare balene, capodogli e delfini che, non più disturbati dal traffico marittimo, si avvicinano alla costa. Risale a qualche settimana fa l’ultimo video di un avvistamento di delfini molto vicini alla spiaggia dei Maronti di Ischia.
Nelle acque circostanti le isole flegree – soprattutto a nord dell’isola d’Ischia, in corrispondenza del Canyon sottomarino di Cuma – sono state censite sette specie di cetacei.
Questa straordinaria ricchezza in specie è dovuta alle particolari condizioni ecologiche che interessano la zona: l’andamento combinato dei venti e delle correnti, unito alla forma “a imbuto” del canyon (o per meglio dire, del “sistema di canyon”), determina il trasporto verso la superficie di una notevole quantità di nutrienti, accumulatisi negli anni alla base del canyon in seguito all’apporto di detrito organico dei fiumi Garigliano e Volturno. Questo fenomeno di risalita di acque profonde e ricche di nutrienti è definito “upwelling” dagli oceanografi e rappresenta il presupposto ideale per la formazione di una fitta rete alimentare che parte dai produttori primari, passa attraverso alcune specie chiave, come Meganyctiphanes norvegica (crostaceo eufasiaceo principale componente del “krill”), e arriva sino ai grandi predatori come tonni, pesci spada, uccelli marini e, appunto, cetacei.
Grazie ad uno studio a lungo termine cominciato nel 1991 dalla Onlus Oceanomare Delphis, gli studiosi e i decisori politici hanno oggi a disposizione una notevole quantità di dati relativi alle abitudini alimentari, riproduttive e sociali delle varie specie.
Nel 2003 l’area è stata inserita nello IUCN Cetacean Action Plan come habitat critico per il delfino comune (Delphinus delphis), specie che, a scapito del nome, rischia di estinguersi. Inoltre – nell’ambito della perimetrazione dell’Area Marina Protetta delle isole flegree “Regno di Nettuno” – è stata creata una apposita zona di salvaguardia, la zona D.
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Nell’augurarvi di vivere al più presto un’esperienza unica come l’avvistamento di un branco di questi magnifici mammifer marini, ricordiamo il Codice di Condotta da seguire quando siamo in barca :
- Assicurarsi che non ci sia più di una imbarcazione nel raggio di 200 m dai cetacei;
- evitare di immergerti o di nuotare con i cetacei o di cercare di toccarli, per la tua e la loro sicurezza;
- preferire imbarcazioni a vela, a remi, o con lenti motori diesel come lance o gozzi;
- evitare di avvicinare cetacei con piccoli;
- non reagire alla presenza di cetacei con improvvise variazioni di rotta o di velocità, che potrebbero confonderli o disorientarli;
- non inseguire i cetacei né dirigere la barca direttamente su di loro: lascia che sia loro ad avvicinarsi alla tua barca;
- non intralciare il normale spostamento dei cetacei, né modificarne il comportamento.