Un elenco ragionato delle specie marine aliene
dell’isola d’ischia (Golfo di Napoli)
Maria Cristina Gambi, Maurizio Lorenti, Francesco Paolo Patti, Valerio Zupo
Stazione Zoologica Anton Dohrn, Napoli. Dipartimento di Ecologia Marina Integrata, Villa Dohrn-Centro Ecologia del Benthos, Ischia (Napoli), Italia.
Traduzione Italiana a cura di Luca Tiberti (NEMO) da articolo originale:
GAMBI M.C., LORENTI M. PATTI F.P., ZUPO V. 2016. An annotated list of alien marine species of the Ischia Island. Notiziario S.I.B.M., 70: 65-69 (www.sibm.it).
Questo contributo è stato presentato come poster al BioMarine Workshop “Management of Bioinvasions in the Mediterranean Sea – a way forward”, tenutosi sull’isola di Ischia il 4-5 maggio 2016 (Gambi e Galil, 2016), con l’obiettivo di aggiornare le informazioni e fornire ai partecipanti del workshop una lista dei taxa alieni registrati nella zona geografica che ospitava la riunione.
L’isola di Ischia, e le vicine isole di Procida e Vivara (isole Flegree), si trovano sul versante settentrionale del Golfo di Napoli, e sono incluse nell’Area Marina Protetta del “Regno di Nettuno” da Aprile 2008 (Gambi et al., 2003).
Le isole flegree sono considerate un confine biogeografico che determina la distribuzione limite della maggior parte delle specie termofile del Sud del Mediterraneo, dal momento che l’isoterma della temperatura superficiale minima invernale di 14°C (14°C divide) è situata tra Ischia e l’arcipelago pontino (ad esempio, l’isola di Ventotene ) (Gambi et al., 2009; Gambi, 2014).
Negli ultimi due decenni, a causa del riscaldamento globale che agisce anche nelle acque superficiali del Mediterraneo, abbiamo osservato uno spostamento verso nord di tale isoterma, mentre l’isoterma minima invernale della zona delle isole flegree è aumentata ed è ora spesso a 15°C (15°C divide). Pertanto questa zona geografica rappresenta un osservatorio interessante per lo studio di distribuzione e migrazione di specie termofile sia autoctone sia introdotte/aliene (Gambi, 2014).
Presenza e incremento dell’abbondanza di alcune specie autoctone termofile del Mediterraneo sono state documentate in quest’area in alcuni lavori (Dappiano e Gambi, 2004; Cigliano et al., 2007; Gambi 2014), come il corallo Astroides calycularis (Pallas, 1776 ), il briozoo Calpensia nobilis (Esper, 1796), e i pesci Sparisoma cretense (L., 1758), Sphoeroides pachygaster (Müller & Troschel, 1848) e Sphyraena viridensis (Cuvier, 1829).
Per quanto riguarda i taxa alieni l’elenco commentato delle specie registrate ad Ischia è riportato nella Tabella 1.
Sono state documentate un totale di 21 specie aliene di cui 4 macroalghe, 1 spugna, 3 idrozoi, 7 policheti, 2 molluschi, 2 crostacei, 1 briozoo e 1 pesce. Anche se alcuni dei taxa elencati sono occasionali e sono stati registrati nell’area una sola volta (per esempio, il pesce F. commersonii o il mollusco opistobranco B. leachi), questo numero di alieni è relativamente alto in confronto ad aree di maggiore estensione.
A titolo di esempio, 47 taxa sono segnalati nel Tirreno centrale e 31 nel Tirreno meridionale (vedi Occhipinti-Ambrogi et al., 2011). L’elevato numero di casi ad Ischia è probabilmente da relazionarsi alla grande quantità di studi sul benthos condotti dalle attività di ricerca della Stazione Zoologica, in particolare presso l’attuale Centro Villa Dohrn-Laboratorio di Ecologia del Benthos (Ischia), le cui indagini in tutta l’isola iniziano già dalla fine degli anni ‘60 (Gambi, 2014).
Alcune delle specie registrate mostrano un comportamento invasivo, come C. cylindracea e A. armata, tra le macroalghe e B. bairdi, P. paucibranchiata, tra gli invertebrati. La maggior parte delle specie hanno una origine Indo-Pacifica e alcune sono migrate dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez (ad esempio, B. luctuosum, B. leachi, F. commersonii), mentre P. magna, B. bairdi e A. verticillata hanno origini sud-atlantiche o caraibiche.
Infine, è interessante notare che le varie specie aliene sono state registrate nelle zone acidificate (condizioni di pH basso ed estremamente basso) dei vents di CO2 del Castello Aragonese, come A. taxiformis, C. cylindracea, B. bairdi, N. infratorquata , Mesanthura sp., P. gibbesi (Fig. 1), e quindi in accordo con quanto osservato in altri sistemi di vents di CO2 (Hall-Spencer e Allen, 2015).
Diverse altre specie sono state riportate all’interno o nelle vicinanze del porto d’Ischia, per esempio, S. comatus, B. bairdi, P. antennata, o associati a strutture artificiali, ad esempio, P. magna, B. luctuosum, e A. verticillata, confermando così l’osservazione generale che habitat più impattati e a più bassa competizione sono maggiormente inclini alla colonizzazione/invasione di alieni (Occhipinti-Ambrogi et al., 2011).
Ringraziamenti – Si ringraziano Piraino S. e Gravili C. per le informazioni sugli Hydrozoa, e Procaccini G., Andreakis N., Crocetta F., e Giangrande A. per precisazioni su alcune delle specie riportate; Giuseppe Renella ha fornito il video di F. commersonii a Sant’Angelo (Ischia). Si ringrazia infine Luca Tiberti per la traduzione italiana dell’articolo e la sua pubblicazione sul sito di NEMO – Associazione per la Diffusione della Cultura del Mare.
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