La pressione negativa
Dott. Pasquale Longobardi
docente Master in Medicina Subacquea e Iperbarica “Piergiorgio Data”– Scuola Superiore S. Anna, Pisa (Direttore: Prof. Antonio L’Abbate). Centro Iperbarico – via A. Torre, 3 – 48100 Ravenna
La pressione negativa è un presidio strumentale per la cura delle ulcere cutanee. Si tratta di un’evoluzione della tecnica di medicazione/debridment che associa delle funzioni controllate da macchine l’azione delle medicazioni. Sta acquistando spazi sempre più ampi. Si associa efficacemente alla ossigenoterapia iperbarica (OTI). Per gestire efficacemente tale presidio è essenziale che la medicazione sia ben gestita. Medicare significa scegliere il presidio idoneo per la ferita in una sua determinata fase e decidere il tempo di applicazione. In linea di massima possiamo dire che: -la situazione clinica di ferita e i tessuti presenti determinano la scelta del tipo di prodotto da impiegare
-la quantità di essudato determina il tempo di impiego della medicazione in modalità inversamente proporzionale.
La pressione negativa è particolarmente utile nella gestione delle lesioni infette, umide o iperessudanti. Inoltre è utilizzata per migliorare l’attecchimento degli innesti e come blanda compressione nelle ulcere arteriopatiche degli arti inferiori (dove è vietata l’elastocompressione e il bendaggio).
- Al Congresso dell’Undersea and Hyperbaric Medical Society (UHMS) svoltosi a Sydney (Australia) in maggio 2004 Ramos J. e altri hanno presentato un lavoro scientifico finalizzato a verificare la sinergia tra OTI e terapia con pressione negativa. Associando le due terapie il 71% dei pazienti ha avuto un miglior risultato rispetto a quanto predetto solo in base all’OTI (p=0.021) e con un minore numero totale di trattamenti.
- Al Congresso dell’Undersea and Hyperbaric Medical Society (UHMS) svoltosi negli USA in giugno 2008, Schweyer MA e al. (2) hanno confrontato i dati di pazienti ricoverati affetti da ulcere cutanee in due anni successivi. Nel secondo anno (2007-2008) alla terapia convenzionale è stato associato l’utilizzo della pressione negativa e della ossigenoterapia iperbarica. L’integrazione di queste due terapie ha permesso di trattare più pazienti (+11%), a parità di giorni totali di trattamento (-1%), con riduzione dei costi (- 5%) e della durata media di ricovero (-11,6%).
- Karpowicz J. e altri (3) hanno sottoposto campioni delle medicazioni necessarie per la pressione negativa (schiuma di poliuretano e poliestere/silicone) in ambiente iperbarico a 2,4 bar con 100% ossigeno per 110 minuti, temperatura ambiente (20°C); a 7 bar con 100% ossigeno per 110 minuti a 80°C. Non sono stati evidenziati segni di alterazione delle medicazioni (vacuolizzazione, rigonfiamento, rottura), né segni di autocombustione, né variazioni del peso della medicazione.
BIBLIOGRAFIA
- Ramos J. “The combined use of hyperbaric oxygen and the negative pressure wound dressing (The VAC) in limb threatening wounds”. UHMS Annual Meeting, Sydney 25-29 May 2004.
- Schweyer MA, Murdock B, Davis HA “Negative pressure wound therapy – positive change for an acute care hospital and a hospital based comprehensive wound care center” UHMS Annual Meeting, Salt Lake (USA) June 2008.
- Karpowicz J, Klocek KP, Ward TF “Evaluation of negative pressure wound therapy (NPWT) dressings in a hyperbaric oxygen (HBO) environment” UHMS Annual Meeting, Salt Lake (USA) June 2008